Proprio come la gioia, la tristezza o la rabbia, anche la paura è una delle emozioni primarie. Tutte le varie sfumature della paura vengono percepite come emozioni estremamente spiacevoli che si preferirebbe evitare. La paura può generare una serie di reazioni emotive di diversa intensità, che possono variare da una leggera preoccupazione al panico. La funzione della paura è di proteggerci dai pericoli e di limitare i comportamenti che potrebbero metterci a rischio. Davanti a un pericolo la paura mobilita le nostre riserve di energia per permetterci di lottare o fuggire. La paura, infine, ci porta spesso a concentrare la nostra attenzione sulla potenziale minaccia o sull’evento scatenante, preparandoci così all’azione.
L’impotenza è uno stato emotivo in cui una persona sente di non avere alcun tipo di controllo su una determinata situazione. Alcune esperienze negative possono portare la persona in questione a ritenere di non poter cambiare quasi più nulla della propria vita (questa condizione viene definita «impotenza appresa»). Questo stato emotivo può essere sperimentato anche al lavoro, nel momento in cui si riconosce di non avere più alcuna libertà di azione (ad es. quando la collaborazione con un collega non funziona). Per contrastare il senso di impotenza, vi sono alcuni esercizi utili capaci di ridarci la sensazione di poter esercitare il controllo sulla situazione che stiamo vivendo.
Il senso di preoccupazione si manifesta quando ci si sente sopraffatti dalle emozioni e si teme per una determinata persona o un determinato evento (ad esempio una presentazione importante). Le preoccupazioni costruttive possono aiutare ad assumersi la responsabilità davanti a un problema realistico e a trovare una buona soluzione. Le preoccupazioni distruttive, invece, possono suscitare paura e agitazione e non contribuiscono a risolvere il problema. Questi pensieri ci opprimono, sono all’origine di altre sensazioni come ad esempio il senso di impotenza e bloccano il nostro rendimento. Grazie ad alcuni esercizi mirati, è possibile imparare a sopportare le incertezze e ad abbandonare le preoccupazioni.
Lo stato d’animo dell’insicurezza è contraddistinto dalla sensazione di non disporre di sufficienti informazioni, conoscenze o certezze per poter prendere una decisione o valutare una determinata situazione. Questa incertezza può riguardare sia alcune sicurezze esterne (ad es. la sicurezza di avere un lavoro), come anche sicurezze interne (ad es. la fiducia in sé stessi). Ci si può sentire insicuri anche quando non è possibile valutare con certezza le conseguenze di una decisione o quando queste comportano un rischio. L’insicurezza mina il nostro bisogno di controllo e può provocare paure.
Ci si sente sopraffatti quando si ha l’impressione di non avere le competenze e risorse sufficienti per portare a termine un determinato compito (ad es. il fatto di assumere inaspettatamente la direzione di un progetto). Nel linguaggio comune si parla spesso di «stress», che può causare alcuni sintomi tipici come palpitazioni, pensieri affannosi e paure. Analizzando le cause precise del senso di sopraffazione, è possibile adattare le proprie capacità e, a seconda della situazione, riuscire anche a cambiare le circostanze esterne fino a rendere meno intenso questo stato d’animo.
La sensazione di essere in balia di qualcosa o qualcuno può nascere quando si sperimenta un forte senso d’impotenza in una determinata situazione. Questo stato d’animo mina il nostro bisogno di controllo e può provocare paure e insicurezze, facendoci sentire incapaci di agire. È una sensazione che potrebbe nascere ad esempio quando una persona ci minaccia (si pensi al mobbing) o quando qualcun altro ci costringe ad agire contro i nostri valori.
La sensazione di essere minacciati nasce dalla percezione reale o immaginaria di un pericolo. Questo stato può generare paura ed essere provocato sia da una minaccia diretta – a volte persino fisica – che indiretta, come ad esempio nel caso di un cliente insoddisfatto che si lamenta di noi con il nostro superiore. Per stemperare una situazione minacciosa e trovare una soluzione costruttiva, possono essere presi alcuni provvedimenti per ridurre le tensioni.
Il panico è un’emozione intensa di paura o spavento che può manifestarsi in modo improvviso o inaspettato. Può provocare forti reazioni fisiche come ad esempio battito accelerato, respiro corto, vertigini o dolori muscolari. Un attacco di panico può essere la spia di un disturbo di ansia, ma può anche verificarsi in persone che non soffrono di malattie mentali. Questa emozione può manifestarsi anche al lavoro se si commette un errore – ad esempio se si manda alla persona sbagliata un’e-mail in cui ci si esprime in toni poco rispettosi nei confronti di un’altra persona. Per gestire queste situazioni è utile ricorre a esercizi di respirazione, che agiscono direttamente sul sistema nervoso autonomo e riescono a calmarci rapidamente.
Il nervosismo è uno stato di tensione interna che si manifesta spesso con sintomi di stress come insonnia, disturbi gastrici e irrequietezza. Il più delle volte è provocato da un evento percepito dal soggetto come importante, come ad esempio il fatto di dover tenere una presentazione o gestire un conflitto. Anche la paura può manifestarsi sotto forma di nervosismo, come reazione ansiosa davanti a un’incertezza. In questi casi, si può ridurre la tensione interiore effettuando esercizi di rilassamento o esercizi mentali (ad es. per reinterpretare una situazione).
La gioia è un’emozione comune a tutte le culture del mondo. Nasce come reazione a stimoli piacevoli, che possono derivare sia dalla realtà esterna che dai nostri pensieri. L’intensità di questa emozione può variare da un senso di soddisfazione fino all’estasi. «Gioia» viene spesso usato come sinonimo di «felicità». Quando proviamo gioia per qualcosa, di solito vogliamo avvicinarci allo stimolo che ha provocato questa emozione per poter continuare a sentirci così. Due scopi principali della gioia sono promuovere la coesione nei gruppi sociali e rendere la vita più piacevole.
La soddisfazione è uno dei sentimenti più duraturi e piacevoli ed è, a differenza di altre emozioni positive come la gioia e la felicità, uno stato emotivo piuttosto tranquillo e meno visibile dall’esterno. Essere apprezzati, avere una voce in capitolo nelle decisioni e riuscire a terminare i propri compiti con successo sono tutti fattori particolarmente significativi che ci permettono di provare un senso di soddisfazione al lavoro. L’impatto che questi fattori esercitano sul nostro senso di soddisfazione varierà a seconda dei bisogni, dei valori e degli obiettivi individuali.
Per sentirsi apprezzati è fondamentale che gli altri abbiano una buona opinione di noi e che i rapporti reciproci siano rispettosi. Il desiderio di sentirsi apprezzati è un bisogno umano fondamentale e riveste un ruolo cruciale per il proprio benessere. Al lavoro l’apprezzamento può manifestarsi in vari modi, tramite complimenti o il riconoscimento per il lavoro svolto, ad esempio per aver realizzato cifre di vendita elevate o aver concluso in modo competente una negoziazione. L’apprezzamento in ambito professionale può influire positivamente sulla motivazione e sull’ambiente di lavoro.
La speranza è un sentimento che può nascere quando immaginiamo un miglioramento realistico per il nostro futuro. Si tratta di un sentimento che, anche se accompagnato spesso da paure o tristezza, può aiutarci ad affrontare periodi difficili e spronarci ad agire per creare un futuro migliore. Sul posto di lavoro, la speranza può motivare le persone a perseguire sia i loro obiettivi che quelli dell’azienda. Ad esempio, se contribuiscono con le loro idee e opinioni, i collaboratori saranno portati a partecipare attivamente alle decisioni.
La fiducia o sicurezza di sé rispecchia la consapevolezza del proprio valore come persona e implica la capacità di saper riflettere sulla propria personalità, esperienze, mentalità, emozioni e di poterle gestire attivamente. Avere fiducia in sé stessi influisce positivamente su ogni ambito lavorativo portando il soggetto, ad esempio, a essere più predisposto a presentare nuove proposte o idee e ad agire con maggiore sicurezza. La fiducia in se stessi non va confusa con l’arroganza o il senso di superiorità; le persone che sono sicure di sé, infatti, rispettano le opinioni e le idee degli altri e si mostrano empatiche.
Essere ispirato dagli altri è una sensazione molto stimolante che ci fa sentire carichi di energia e ci spinge ad agire. Quando assistiamo all’operato di una persona che eccelle nelle sue prestazioni o al lavoro di un gruppo che si batte per qualcosa in linea con i nostri valori, possiamo provare questa potente sensazione di essere ispirati. L’ispirazione apre i nostri occhi a nuove possibilità e ci consente di sviluppare a pieno il nostro potenziale e raggiungere i nostri obiettivi.
La gratitudine è il sentimento di chi sente e riconosce il bene che la vita gli ha offerto. È un sentimento straordinario che nasce in noi quando riconosciamo che qualcun altro si batte per noi o ci sostiene in modo particolare. Può essere suscitata da un regalo, un gesto amichevole o semplicemente dal tempo e l’attenzione che qualcuno ci dedica. Le persone grate sono spesso più contente e più resilienti.
L’ottimismo non è solo un atteggiamento mentale, ma una forza che riunisce in sé le emozioni positive. L’ottimismo è accompagnato sempre dalla fiducia e dalla speranza e ci trasmette un piacevole sentimento di gioia quando guardiamo al futuro. Questo senso di fiducia interiore ci consente di vedere il mondo in una luce positiva e di porci con un atteggiamento aperto nei confronti del futuro.
L’orgoglio è un importante motore emotivo che ci spinge a impegnarci e a eccellere nei nostri compiti. È il sentimento provato da chi viene apprezzato per il proprio operato o da chi riconosce il valore degli sforzi altrui, ha un impatto positivo sulla nostra autostima e può favorire la coesione all’interno di un gruppo. Anche se le manifestazioni di orgoglio non sono spesso viste di buon occhio, si tratta di un sentimento fondamentale per la nostra vita emotiva che si distingue chiaramente dalla superbia o arroganza.
La tristezza è un’emozione primaria che si prova quando si subisce una perdita. Viene percepita come una sensazione estremamente sgradevole di cui ci si vorrebbe sbarazzare immediatamente. Quando si è tristi, i pensieri e i ricordi della perdita assumono spesso un posto fondamentale nella nostra vita e ci portano a ritirarci in noi stessi. Ciononostante, la tristezza svolge un’importante funzione e serve a spingere le persone a noi vicine a offrirci il loro aiuto e conforto. Così facendo, questa emozione ci aiuta a elaborare le perdite in maniera adeguata, a rafforzare il nostro legame con il mondo circostante, a recuperare le nostre forze e acquisire nuove prospettive.
La sensazione di venire emarginato provoca forti reazioni emotive. La si prova quando si viene esclusi volontariamente o involontariamente da un gruppo o anche quando ci si sente ignorati o scartati. Si tratta di una sensazione percepita come estremamente dolorosa, spesso accompagnata da tristezza, senso di impotenza, irritazione e vergogna. Quando si viene emarginati, viene minato il nostro senso di appartenenza e rispetto e ne soffre la nostra autostima. Spesso, inoltre, questo stato emotivo provoca in noi grandi incertezze su come comportarci nei confronti della persona o del gruppo che ci hanno messo da parte. In questi casi può essere utile coinvolgere una persona imparziale come mediatore e discutere del problema.
Sentirsi depressi è uno stato emotivo che si avvicina alla malinconia, alla tristezza o all’abbattimento. Sebbene meno intenso di altri stati emotivi come la disperazione, la sensazione di sentirsi depressi si estende di solito per un periodo più lungo caratterizzato da un senso di debolezza e assenza di motivazione. A molte persone capita di sentirsi depressi ogni tanto, soprattutto quando le cose non vanno come vorrebbero. Se questo stato emotivo si protrae per oltre due settimane senza che vi siano miglioramenti significativi, se ci si isola e si perde interesse per i propri hobby, è consigliabile rivolgersi a un professionista. Potrebbe trattarsi infatti dei primi sintomi di depressione.
La delusione è il sentimento provato da chi vede che la realtà non corrisponde alle sue speranze o da chi viene deluso da qualcuno. Questo sentimento può essere accompagnato da diverse reazioni emotive, in cui si potrebbe, ad esempio, provare tristezza o sentirsi mancare la terra sotto i piedi. La delusione è sempre legata alle proprie aspettative nei confronti di una situazione o persona, aspettative che non sono necessariamente note al resto del mondo. Una situazione o una relazione, infatti, può assumere per altri un significato completamente diverso rispetto a quello che potremmo attribuirle noi. Per poter gestire in maniera costruttiva il sentimento della delusione, è consigliabile chiarire queste situazioni, evitare di colpevolizzare gli altri e non agire in maniera impulsiva.
Sentirsi feriti è una reazione emotiva che si verifica di fronte a una critica, una svalutazione o un rifiuto. Può essere simile al sentirsi offesi e suscitare una serie di emozioni con sfumature diverse, tra cui tristezza, rabbia, frustrazione, delusione o persino paura. Quando ci si sente feriti, viene spesso minacciata la propria autostima e vengono a crearsi attriti nelle relazioni; si reagisce in modo scostante o aggressivo. In questi casi può essere utile affrontare la situazione e parlarne apertamente per aiutarci a elaborare questa emozione e chiarire conflitti o malintesi.
Il sentimento della solitudine si manifesta quando il desiderio di legami affettivi e appartenenza non collima con la realtà vissuta. Questo sentimento, spesso accompagnato da una sensazione di vuoto interiore, di emarginazione o da un mancato riconoscimento del proprio valore, dovrebbe essere colto come opportunità per esaminare da vicino i propri bisogni di attaccamento. Sentirsi soli sul posto di lavoro può portare gli individui in questione a essere meno motivati e meno efficienti. Occorre sottolineare che la solitudine non è sinonimo di isolamento sociale: anche le persone che hanno molti contatti con gli altri possono sentirsi sole.
La disperazione è lo stato d’animo di chi crede di aver perso qualsiasi speranza per migliorare una situazione. Si tratta di un sentimento intenso che non lascia scampo e richiede spesso un notevole sforzo per essere superato. La disperazione può bloccare il normale flusso dei pensieri, imponendo negatività. Tutto sembra girare a vuoto. Spesso è difficoltoso trovare una soluzione quando ci si ritrova in questo stato emotivo. Pertanto, in questi momenti si rivela particolarmente utile interagire con gli altri per poter ricevere aiuto ed essere in grado di vedere le cose da una prospettiva diversa.
La vergogna è un’emozione sociale che si prova quando ci si ritrova in una situazione imbarazzante davanti ad altre persone o si sente imbarazzo per il proprio comportamento. Lo spettro della vergogna comprende diverse sfumature di emozioni: l’imbarazzo, la vergogna per il comportamento degli altri, l’umiliazione, l’infamia. È un sentimento strettamente collegato al giudizio negativo che gli altri hanno di noi o che si pensa (o si teme) possano avere di noi. Se questo sentimento è costantemente presente, può influire negativamente sull’autostima e sfociare in un senso di inadeguatezza. Sebbene la vergogna ci porti generalmente a volerci nascondere e ritirare in noi stessi, è proprio in questi momenti che abbiamo bisogno di interagire con gli altri ed essere incoraggiati.
I sensi di colpa nascono quando si pensa di aver commesso qualcosa di sbagliato o ingiusto. Il solo pensiero di aver agito in maniera scorretta può essere sufficiente per generare sensi di colpa. Si tratta spesso di un sentimento tormentoso e gravoso. Al lavoro può capitare di sentire di avere la «coscienza un po’ sporca», ad esempio per aver sovraccaricato di lavoro il team a causa di un’assenza per malattia. In molti casi anche solo una valutazione realistica della situazione aiuta a riconoscere un senso di colpa ingiustificato e ad abbandonarlo. Se si ha davvero la colpa per qualcosa, nel medio termine può essere saggio agire con trasparenza e chiedere perdono.
La rabbia, al pari della gioia o della paura, è un’emozione universale comune a tutte le culture. Si tratta di uno stato d’animo provocato da situazioni in cui i limiti del soggetto vengono oltrepassati o si sperimentano ingiustizie. Il più delle volte la rabbia viene percepita come un’emozione spiacevole e incontenibile. La rabbia ha un effetto energizzante sul nostro organismo. In altri termini, ci fornisce l’energia necessaria per reagire o difendere in modo adeguato i nostri limiti.
Una persona si sente umiliata quando qualcuno la attacca sminuendo la sua dignità o la sua autostima oppure mettendola in imbarazzo. È una forma di offesa e viene percepita come un’emozione molto spiacevole. L’umiliazione può suscitare altre emozioni quali vergogna, rabbia o tristezza e avere notevoli ripercussioni sul benessere psicologico della persona: quando ci si sente umiliati, pertanto, non si dovrebbe aspettare a lungo prima di parlare con una persona fidata o con un professionista.
Quando siamo irritati, proviamo un misto tra rabbia, impazienza e frustrazione perché non comprendiamo il comportamento di un’altra persona. Si tratta di un’emozione che può manifestarsi anche quando non riusciamo a valutare adeguatamente una situazione. L’irritazione scaturisce fondamentalmente da una provocazione, dato che le persone hanno spesso difficoltà a tollerare incertezze e insicurezze. Quando avvertiamo questa emozione, spesso percepiamo l’impulso di agire per chiarire situazioni ambigue e poter difendere i nostri interessi.
Le persone afflitte da questo sentimento serbano rancore nei confronti di determinate circostanze della loro vita o di persone da cui si sentono trattate ingiustamente. Spesso non riescono a smettere di pensare alla loro situazione e covano il desiderio di essere ripagate per il torto subito o di vendicarsi. L’amarezza è spesso accompagnata da sentimenti o emozioni come disperazione, rabbia e paura. Può essere uno stato d’animo molto profondo che richiede talvolta un aiuto professionale per consentire alla persona affetta di affrontarlo, di riacquisire fiducia e aprirsi a nuove prospettive.
La sensazione di essere provocati può assumere sfumature diverse, portandoci a sentirci offesi, stressati oppure impotenti davanti a una situazione. In tutti questi casi, si tratta di una sensazione spiacevole che ci spinge a difenderci. Possiamo sentirci provocati in diverse situazioni che hanno per noi una certa importanza, ad esempio quando siamo esposti a critiche o conflitti oppure abbiamo a che fare con ingiustizie, atteggiamenti aggressivi o pregiudizi. La caratteristica fondamentale di questo stato d’animo è la percezione di subire un comportamento negativo rivolto direttamente e intenzionalmente alla nostra persona. Spesso il fatto di sentirsi provocati è dovuto anche a malintesi.
Il sentimento doloroso innescato dal tradimento viene percepito quando ci si sente ingannati intenzionalmente da una persona fidata. Questo stato d’animo può compromettere la nostra capacità di fidarci degli altri e mettere a dura prova le nostre relazioni. È spesso accompagnato da altre emozioni, tra cui la rabbia e la tristezza, e dal bisogno di essere ascoltati oppure di ritirarci in noi stessi. Nel contesto lavorativo, potremmo provare questo sentimento se ad esempio non otteniamo il riconoscimento che ci spetta, ma al contrario la ricompensa per il nostro lavoro viene data ad altri.
Rispetto alla rabbia, l’infastidimento è uno stato emotivo meno intenso e meno persistente. Si tratta di uno stato temporaneo che può scomparire con la stessa rapidità con cui appare. Di solito ci si può sentire infastiditi nelle situazioni di tutti i giorni, ad esempio quando c’è traffico o internet non funziona. Ci sentiamo infastiditi quando qualcosa ci ostacola o i nostri bisogni vengono trascurati. Come ogni emozione, il senso di infastidimento cambia la nostra percezione delle cose e può prendere il sopravvento; è quindi importante saper relativizzare le circostanze.
Spesso percepita come un sentimento sgradevole, la gelosia è una reazione – talvolta anche forte – sperimentata nei rapporti interpersonali. Si tratta di una risposta emotiva che si verifica quando si percepisce (o si crede di percepire) una minaccia nei confronti di una relazione con un’altra persona. Funge da campanello d’allarme e serve a mobilitare le proprie energie per preservare la relazione (e spesso anche la propria autostima). Per raggiungere questo obiettivo, la persona gelosa può anche mostrare un maggiore apprezzamento nei confronti dell’altra persona oppure rivendicare l’esclusività nella propria relazione. È importante riconoscere che la troppa gelosia può danneggiare i rapporti.
La frustrazione si manifesta quando non si riesce a raggiungere l’obiettivo prefissato o a soddisfare un determinato desiderio. Questa emozione può avere intensità diverse portandoci a essere leggermente infastiditi, arrabbiati o rassegnati a seconda dei casi. Se si manifesta con un’intensità moderata, la frustrazione può servire in qualche modo da stimolo per motivarci a cambiare una situazione o a intensificare i nostri sforzi. Non di rado, però, la troppa frustrazione può sfociare in aggressività e influire negativamente sul nostro umore e sul nostro comportamento, ci potremmo ritrovare ad esempio a colpevolizzare gli altri per la nostra situazione.